San Sperate, pur trovandosi nel sud della pianura del Campidano, è circondata da imponenti massicci montuosi, ognuno con la sua particolarità e un’offerta di flora e fauna unici.
Uta-Monte Arcosu
L’Oasi WWF di Monte Arcosu si trova a pochi chilometri da San Sperate (45 minuti d’auto). È una delle aree naturali protette più grandi d’Italia, nonché la foresta di macchia mediterranea più estesa dell’omonimo bacino, dove è possibile percorrere diversi tracciati ed ammirare il cervo sardo.
All’interno del parco ci si può imbattere in esemplari di daino, contemplare il falco pellegrino, il discoglosso, un rospo endemico dell’Isola, e il macaone sardo, una particolarissima farfalla. Addentrandosi nei sentieri si respirerà l’intenso mix di profumi: fillirea, lentisco, oleastro, mirto, rosmarino e cisto.
Villacidro-Monti Mannu
Monti Mannu offre al visitatore paesaggi mozzafiato, straordinari monumenti naturali, siti di archeologia nuragica ed industriale, un’ineguagliata varietà di paesaggi e le cascate più imponenti della Sardegna. Oltre ad un ambiente naturale dove il muflone ed il cervo sono di casa.
Il territorio di questa foresta si trova nel cuore del complesso montano costituito dai rilievi montuosi del Monte Linas e del Marganai e si estende a cavallo delle vecchie province del Medio Campidano e di Iglesias.
La morfologia è varia ed accidentata, caratterizzata da un aspetto tra i più selvaggi ed affascinanti della Sardegna.
Parco dei Sette Fratelli
Il complesso montuoso dei Sette Fratelli, raggiunge i mille metri con Serpeddì, la più alta delle sue sette cime. Dalle sue vette è possibile ammirare l’intera valle di Castiadas, lo stagno di Colostrai e il Campidano di Cagliari.
L’oasi è un tripudio di boschi e specie animali rare. Corbezzolo, mirto, erica, ginepri, ontani e lecci costituiscono l’habitat naturale per cinghiali, conigli, martore, gatti selvatici, aquile reali, falchi pellegrini ed esemplari di astore sardo, rapace endemico della Sardegna. Nelle valli attraversate da fiumi, fra canyon, gole e pinnacoli è frequente incontrare cervi e mufloni.
Tutta l’oasi conserva tracce di nuraghi, insediamenti neolitici e le rovine di un convento protetto da sughere e lecci secolari.