San Sperate non conserva una grande quantità di monumenti architettonici, sia perchè le architetture del luogo sono realizzate con materiali poveri, ma sopratutto perchè il Campidano è stato sempre abitato, e ogni singolo spazio, edificio, ciottolo è stato trasformato in qualcos’altro.
Quelli che seguono sono solo alcuni degli edifici che hanno una storia secolare alle spalle.
La chiesa di San Giovanni Battista
L’edificio in stile gotico catalano (tra il XII e il XIV secolo) è costruito sui resti dell’abitato nuragico e su una delle 4 necropoli puniche presenti a San Sperate; fu sino al XVII sec. chiesa parrocchiale e area cimiteriale sino al 1892.
La sua esistenza è documentata dal 1589 e integra strutture più antiche del periodo romanico (XI-XII secolo) e bizantino (VI-XIII secolo).
La chiesa di San Giovanni da il nome al quartiere che la ospita.
La chiesa di Santa Lucia
La chiesa di Santa Lucia, come la chiesa di San Giovanni, da il nome al quartiere che la ospita. Anch’essa è costruita sui resti dell’abitato punico e romano. Ha uno stile barocco e presenta degli inserti bizantini.
Di particolare interesse la presenza di un pozzo di età nuragica, tutt’ora attivo e ben visibile all’interno della chiesa.
La chiesa ospita un importante e emozionante via crucis realizzata dal pittore Raffaele Muscas al principio degli anni 80.
La chiesa parrocchiale di San Sperate Martire
Edificata dopo il 1616 a seguito del rinvenimento delle presunte reliquie del santo martire africano, sorge sulle rovine di un antico impianto termale d’epoca romano-imperiale. La chiesa, costituita da un’unica navata con due cappelle per lato e profondo presbiterio è dotata di torre campanaria ad impianto quadrato. È la chiesa principale del paese nonostante la sua posizione periferica.
Il villino Tola
Il villino Tola fu costruito in pieno ottocento in stile neoclassico su progetto di Gaetano Cima, architetto che ideò l’Ospedale Civile San Giovanni di Dio di Cagliari, e le chiese di San Francesco ad Oristano e della Santissima Vergine Assunta a Guasila. L’edificio, realizzato con mattoni di terra cruda (ladiris), risente dell’influenza architettonica tipica del campidano.